Due giorni, tre biker e una moka: Mototerapia sulla Skyline Drive
📍 Dati del Viaggio – Ride Shenandoah, 18-19 Luglio 2025
- Distanza totale: 543 mi
- Tempo totale: 1 giorno 9h 17m
- Tempo in movimento: 12h 37m
- Tempo in sosta: 20h 40m
- Velocità media: 16.3 mph
- Velocità media in movimento: 43.0 mph
- Velocità massima: 105 mph 😱
- Quota massima: 3.711 ft
- Quota minima: -33 ft
- Salita totale: 21.574 ft
- Discesa totale: 21.587 ft
- Area percorsa: 6.611 miglia quadrate
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Preparare, Partire, Raccontare: l’eterno dilemma del Mototerapista
Non ho mai capito quale sia la parte che mi piace di più: preparare un viaggio in moto, viverlo… o raccontarlo qui sul mio blog. Ogni volta mi perdo tra mappe, sogni e curve, come se fossero le tre fasi della mototerapia perfetta.
La fase della preparazione è sempre eccitante. Passo giorni a litigare con Google Maps, ChatGPT, Gemini e pure con me stesso. Tutto per trovare quella strada perfetta, la curva avvolgente, la sensazione di nulla assoluto… o almeno lontano abbastanza da dimenticare per un po’ le noie quotidiane, annegandole nel vento e nella libertà del viaggio in moto.
Questa volta si trattava di un mini-viaggio di due giorni, nato tra una pausa caffè e l’altra nei corridoi dell’ufficio. Io e Gokhan, ancora sbronzi di ricordi dall’ultimo viaggio, non ci siamo fatti pregare. Ma la novità era il ritorno di Pep, detto anche Indiana PepJones, che la volta prima ci aveva dato buca all’ultimo minuto. Stavolta sembrava carico.
Il vero miracolo, però, è stato trovare tutti e tre liberi. Gokhan è temporaneamente libero: la moglie è una nefrologa in specializzazione in Missouri e i figli in vacanza in Turchia con i nonni. Io, sposato con una dottoressa sempre di turno, avevo finalmente un weekend da solo. Pep… beh, non sappiamo come si sia liberato, ma finché non riceve raccomandate, va tutto bene.
Le (dis)avventure iniziano
La sera prima ognuno di noi si dedica alle proprie “competenze”. Io, Ezio, mi concentro sull’itinerario. Creo una traccia GPS perfetta, la converto in 18 formati diversi, litigo con BaseCamp e dopo innumerevoli tentativi riesco finalmente a caricare tutto sul mio Garmin Zumo. Missione compiuta! Poi passo al carico: BMW R1150GS, borse rigide che sembrano pozzi senza fondo, tenda, sacco a pelo, fornello e, ovviamente, l’immancabile Moka.
Gokhan, traumatizzato dall’ultima pioggia, investe tutto sull’impermeabilità: tuta antipioggia nuova di zecca, copriscarpe ermetici, e una convinzione zen che nulla potrà bagnarlo. Spoiler: si sbagliava.
Pep, invece, trasforma la sua moto in un mini Decathlon ambulante. Cibo, accessori da campeggio, utensili misteriosi. Parte con tutto tranne forse il lavandino. Ma non siamo ancora partiti che i bagagli crollano nel suo garage. Non in strada: nel garage. Inizia bene.
Io, nel frattempo, osservo fiero il mio Garmin… e premo un tasto mai visto prima. L’intero itinerario sparisce. Puff. Addio sogni di gloria.
Si parte!
Un’ora di ritardo e ci troviamo tutti e tre nel parcheggio di un negozio di ricambi per auto. Sì, un inizio epico. Io presento l’ultima novità tecnologica: walkie-talkie da casco a casco. Io in testa, Pep in coda (anche se siamo solo in tre…). Auricolari dolorosi, filo con pulsante, stile operazione SWAT. Funziona? Boh, pare di sì.
La nostra destinazione è Loft Mountain Campground sulla Skyline Drive, circa 300 miglia. Percorriamo la US 460, anche se inizialmente dovevamo passare per Smithfield. Maledetto bottone del Garmin. Ogni volta che dobbiamo girare, trasmetto via radio come un navigatore umano: “Tra 3 miglia a destra su Smith Road… over.” Pep inizialmente risponde, poi solo “got it”, poi solo silenzio. Dice che c’è statica. Io credo che volesse solo togliersi l’auricolare.
Dopo un’oretta, il mega zaino di Pep lo sfianca. Gokhan, eroe della situazione, si offre di portarlo. E già che c’è, carica anche il mio sacco a pelo sulla mia moto. Pep è finalmente libero, leggero come l’edera (o quasi).
Pioggia, risate e piscine da scarpa
La giornata prosegue tra curve, vento e sole… ma dura poco. Arriva il temporale. Ci bardiamo come omini Michelin, Gokhan sfoggia fiero la sua nuova tenuta. Dopo dieci minuti, diluvio universale. Non si vede nulla. Io guido con la testa fuori dal parabrezza sperando in un miracolo.
Quando smette, ci fermiamo per togliere le tute. È un bagno turco: 35 gradi e umidità da foresta amazzonica. Gokhan, perplesso, scopre che i suoi copriscarpe sono pieni d’acqua. Colpa sua: li aveva messi al contrario. Risate a non finire.
Ripartiamo e dopo mezz’ora… altro temporale. Pit stop da Formula 1: ci cambiamo, ci bagniamo, ci asciughiamo. Ogni volta in ritardo.
Campeggio e Castagne
Finalmente arriviamo alla Skyline. Nessuno paga per entrare, tranne io: 25 dollari netti. La moto è fradicia, il campeggio è bellissimo ma umido. Le docce sono lontane e costano 5 dollari ogni 10 minuti. Tutti capiamo, senza dirlo, che per due giorni “profumeremo” di avventura.
La sera c’è una presentazione su come si sono estinti i castagni americani. Interessante, ma fa freddo. Torniamo alle tende. Io non vedo l’ora di dormire.
Alle 5:40 del mattino mi sveglio e trovo Pep che aveva steso tutti i vestiti sulla tenda per farli asciugare. Peccato che abbia piovuto tutta la notte.
Il ritorno
Smontiamo tutto e partiamo. Ci aspettano 80 miglia di pura Skyline Drive: nuvole basse, curve infinite, paesaggi da sogno. Nessuno si lamenta dei piedi bagnati. Magia della strada.
Alla fine decidiamo di accelerare e prendere la via veloce. Scopriamo che Gokhan ha imparato i trucchi del gruppo: si piazza davanti e non lo ferma più nessuno. Non sarà mica diventato… un vero motociclista?
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